Un nuovo stile di vita[1]
Il senso della sobrietà
La sobrietà è uno stile di vita, personale e collettivo, più parsimonioso, più pulito, più lento, più adatto ai cicli naturali e più rispettoso delle risorse che la Terra mette a nostra disposizione. La sobrietà è più un modo di essere che di avere. E’ uno stile di vita che sa distinguere tra i bisogni reali e quelli imposti. E’ la capacità di dare alle esigenze del corpo il giusto peso senza dimenticare quelle spirituali, affettive, intellettuali, sociali. E’ un modo di organizzare la società affinché sia garantita a tutti la possibilità di soddisfare i bisogni fondamentali con il minor dispendio di risorse e produzione di rifiuti. In ambito personale, la sobrietà si può riassumere in dieci parole d’ordine: pensare, consumare critico, rallentare, ridurre, condividere, recuperare, riparare, riciclare, consumare locale, consumare prodotti di stagione.
La sobrietà si basa su scelte concrete e quotidiane, praticabili fin da subito da noi, purché si assuma come nuovo principio la rinuncia del troppo. Essa può essere coniugata come piena garanzia dei bisogni fondamentali per tutti, passando dall’economia della crescita, all’economia del limite, permettendo a tutti di vivere in maniera più sicura, attraverso il cambiamento degli stili di vita, della tecnologia, del lavoro e dell’economia pubblica
La sobrietà si può riassumere in cinque parole chiavi che iniziano con R; Ridurre, Riutilizzare, Riparare, Riciclare e Rallentare.
Il problema ambientale
Il pianeta è sull’orlo di una catastrofe sociale e ambientale, il cambiamento del clima è già una drammatica realtà. La base biologica del pianeta, su cui poggia la nostra esistenza, si sta assottigliando di giorno in giorno. L’acqua, le foreste, i pesci, i suoli sono elementi già fortemente compromessi. Perfino le risorse minerarie danno segni di scarsità. Primo fra tutti il petrolio per il cui controllo siamo tornati a combattere guerre di tipo coloniale.
Equità e sostenibilità
Se volessimo garantire a ogni abitante della Terra lo stile di vita degli occidentali, ci vorrebbero cinque pianeti, mentre però i poveri della Terra devono uscire dalla miseria in cui giacciono. Essi hanno il diritto di mangiare di più, vestirsi di più, avere più scarpe, curarsi di più, studiare di più, viaggiare di più; ma potranno farlo solo se i benestanti accetteranno di consumare di meno, coniugando equità e sostenibilità e convertendosi alla sobrietà, in modo da lasciare ai poveri le risorse e gli spazi,ambientali di cui hanno bisogno. In questo senso la sobrietà è come una rivoluzione economica e sociale, è come un progetto politico alternativo al sistema attuale di consumismo.
Il problema dei rifiuti
Un altro aspetto da tenere presente sono i rifiuti. In Italia se ne producono ogni anno circa 120 milioni di tonnellate, di cui 90 industriali e 30 urbani. Ogni individuo produce mezza tonnellata di rifiuti domestici e nove tonnellate di gas serra. L’inquinamento atmosferico ha il difetto di essere invisibile, mentre i rifiuti solidi li depositiamo per strada e li dimentichiamo. Ma prima o poi ci presentano il conto.
Una nuova società e una nuova concezione del lavoro
Questo ci fa capire quanto sia importante interrogarci sul nostro modello di sviluppo, cominciando a ragionare su come organizzare in modo migliore la nostra economia e la nostra società occidentale in un’ottica di sobrietà, intesa come minore utilizzo di risorse e minore produzione di rifiuti. Ma se riuscissimo ad avere un’altra concezione del lavoro, della ricchezza, della natura, della solidarietà collettiva, ci renderemmo conto che è possibile costruire un’altra società capace di coniugare sobrietà, piena occupazione e diritti fondamentali per tutti.
Oggi il lavoro è sganciato dalla persona umana, mentre in altri tempi e culture il lavoro era visto come una necessità dell’uomo finalizzata alla sopravvivenza. Per costruire una società dal volto umano si deve tornare a rivedere il lavoro come un qualcosa che serve anzitutto a soddisfare i propri bisogni, che dà sicurezze, un lavoro di qualità per la realizzazione della persona che lo compie. Intanto però si può cominciare a riaffermare, ad esempio che il salario, in qualsiasi parte del mondo, deve permettere di vivere dignitosamente. In più, i diritti fondamentali devono essere rispettati ovunque.
[1] I seguenti concetti sono tratti dal testo “
La sobrietà: dallo spreco di pochi ai diritti per tutti” di Francesco Gesualdo. Quest’ultimo, allievo di Don Milani, è il fondatore e il coordinatore del Centro Nuovo Modello di sviluppo di Vecchiano (Pisa) che si propone di ricercare nuove formule economiche di sviluppo, capaci di garantire a tutti, in modo sostenibile, la soddisfazione dei bisogni fondamentali. Collabora con “Altra economia” ed è autore di vari testi.